di Marietta Di Serio
Cristo nasce nella nostra povertà.
L'Onnipotente ha un Figlio. Questo figlio è un bambino debole, povero e profugo. È improbabile che possa compiere quello per cui è venuto al mondo. Eppure “imprevedibilmente" ce la fa.
Molte volte la nostra vita, ci suggerisce che forse è improbabile che ci sia davvero un senso a tutto. Che esista davvero qualcosa che ci renderà felici. Che esista giustizia per tutti gli oppressi della storia. Consolazione per chi soffre in maniera innocente. Pace per chi vive l‘inquietudine delle cose brutte. Che esista un senso anche in questo tempo di pandemia dove siamo chiamati a non farci sopraffare dalla paura di nuove varianti ma a vivere responsabilmente per il nostro bene e delle persone intorno a noi.
La nostra fede ci ricorda che "imprevedibilmente" questo può accadere. Ecco perché il Natale è una festa di immensa speranza, perché ci fa attendere a occhi
spalancati l'arrivo di “quell' imprevisto" che cambia il finale di una partita quasi persa. Questo cambiamento non avviene nella "gloria? ma nella “fragilità" e nella
"povertà" della nostra condizione umana. Auguro a me e a tutti di tener sempre presente la nostra umanità, anche se fragile, anche se ferita, anche se debole, anche se a volte indegna, perché in essa Cristo è voluto nascere.
Cristo non ci salva dalla sofferenza ma nella sofferenza. Lui nasce per noi ma tocca a noi permettergli di entrare nella nostra storia. Insieme a Lui guarderemo con
occhi nuovi la nostra vita perché ci sentiremo amati nonostante le nostre povertà.
Buone feste
Per la sezione regionale Basilicata e per tutte le sottosezioni Unitalsi
Carpi, Natale 202