Avv. Giuditta Lamorte
L’Organizzazione Mondiale della Sanità, ha qualificato l’attuale situazione epidemiologica come “pandemia”, riconoscendo al virus una rapida capacità di diffusione, tutto questo ci porta a rivalutare e rimodulare tutte le nostre priorità e i nostri diritti fondamentali, pur di tutelare il diritto alla salute.
La valutazione dei diritti fondamentali e il loro adeguamento o se vogliamo la loro compressione in questa strana realtà dominata dal covid, porta inevitabilmente ad affrontare il tema del diritto allo studio.
La didattica in presenza è l’idea da perseguire di didattica, è l’essere stesso della didattica, ma in questo momento, il dibattito che si sta svolgendo sul rientro a scuola, appare essere un dibattito tutto politico, che non tiene conto di quanto sia evidente che il virus circola e circola più facilmente e più velocemente negli ambienti dove sono presenti più persone.
La pericolosità del rientro a scuola è nel fatto stesso della contemporanea presenza di tante persone (alunni/docenti/personale ATA) per così tanto tempo (orario scolastico); nello stesso luogo (spazi scolastici)!
Far rientrare gli alunni in aula - con tutto quello che, oltre ad avvenire in aula, avviene prima e dopo l’ingresso a scuola, cioè gli spostamenti “da e per” – introduce il concetto inaccettabile del rischio consentito.
A questo si aggiunga che appare difficilmente conciliabile il discorso del rischio consentito, con il diritto/dovere dei genitori di proteggere il proprio figlio.
Ciascun genitore si troverà a dover decidere se accettare o meno il rischio di mandare il proprio figlio a scuola e laddove decidesse di non mandarlo, si potrebbe aprire un procedimento di decadenza dalla responsabilità genitoriale e/o un procedimento penale per inosservanza dell’obbligo dell’istruzione scolastica.
Un’alternativa alla frequenza nelle aule scolastiche è rappresentata dall’istruzione parentale, conosciuta anche come scuola familiare, homeschooling o home education.
Tutte queste espressioni indicano la scelta della famiglia di provvedere direttamente all’educazione dei figli.
L’istruzione parentale è però altro, è una libera scelta, che estrapola il minore dal contesto scolastico, che resta contesto scolastico anche in una lezione on-line.
Sarebbe opportuno in questa fase, ripensare la scuola, evitando di adattare vecchi modelli a nuove esigenze, sarebbe opportuno introdurre nuovi modelli che garantiscano il diritto all’istruzione, diritto, in ogni caso, garantito con la didattica a distanza, perché il vero problema che riguarderà le nuove generazioni non sarà l’istruzione, ma l’emergenza educativa, cioè la difficoltà dei giovani, dei piccoli e dei piccolissimi a far da sé, difficoltà generata dall’obbligo del distanziamento.