Santa Sinforosa Vedova e Martire di Tivoli (anno 137 d.C.)
Protettrice di San Chirico Raparo
Santa Sinforosa era la moglie di San Getulio, dal loro amore erano nati ben 7 figli che si chiamavano Crescente, Giuliano, Nemesio, Primitivo, Giustino, Stactéo ed Eugenio.
La donna viveva nei pressi della maestosa villa dell'Imperatore Adriano, colui che aveva ordinato la morte del marito Getulio, del cognato Amanzio e dell'amico di questi, Primitivo. L'Imperatore Adriano dopo aver ultimato la sua grandiosa villa, si dice che volesse, prima di inaugurarla, consultare gli dei pagani, i quali gli dissero, che la vedova Sinforosa e i suoi sette figli, li "straziavano ogni giorno invocando il loro Dio, perciò, se Sinforosa e i suoi figli sacrificheranno per loro, essi faranno quanto l'Imperatore gli chiedeva". Adriano allora, chiamò il prefetto licinio, e ordinò che Sinforosa fosse insieme ai suoi figli arrestata e condotta al tempio di Ercole. Poi con lusinghe, con minacce e con ricatti, cercò di farla desistere e sacrificare agli idoli, ma la Santa con animo nobile si appella all'esempio di Getulio e degli
altri compagni di martirio del marito. Visto che la donna non si piegava ai suoi voleri, l'Imperatore comandò nuovamente di sacrificare, insieme ai suoi figli, agli dei pagani, oppure sarebbero stati sacrificati essi stessi, ma la Santa fu irremovibile, come pure lo furono i suoi sette figli. L'Imperatore, visto vano ogni tentativo, ordinò che Santa Sinforosa fosse torturata appendendola per i capelli ai rami di un albero di olmo. Ma la tortura fu vana di fronte alla forza della Santa, così l'Imperatore diede ordine alle guardie di legarle un grosso sasso al collo, e di precipitarla nel fiume Aniene, affinchè annegasse. I sette figli di Santa Sinforosa subirono la stessa sorte e, forti dell'esempio materno e paterno, furono anch'essi coronati del martirio. Siamo nell'anno 137 dopo Cristo. Il culto di questi Martiri, specie quello rivolto alla Nostra Santa, fu molto forte nella Chiesa antica, tanto che furono loro dedicate diverse chiese ed oratori. La comunità di San Chirico Raparo ha la fortuna di custodire, dal 1641, un'ampolla contenente il Sangue della Martire che, alle volte si liquefa miracolosamente in segno di benevolenza o di una grazia ottenuta dalla sua potente intercessione. Oggi noi conosciamo una chiesa dedicata alla Santa nei pressi di Bagni di Tivoli e in un terreno privato, nei dintorni della città, dove i proprietari hanno eretto nel 1939 una magnifica cappella, dedicandola a questa Santa e ai suoi sette figli Martiri. Altri culti e devozioni alla Santa li troviamo in Abruzzo a Tossicìa (Teramo) e in Campania a Rocca D'Aspide (Salerno).