don Nicola Modarelli
Il Natale è ormai alle porte così come il nuovo anno. Ci prepariamo ad accogliere il nostro Salvatore, facciamo il nostro bilancio per l’anno che è passato e inondiamo di speranza o speranze il nuovo. Facciamo boni propositi e così viviamo l’inesorabile scorrere del tempo.
Andiamo però sotto la superficie, mettiamo in evidenza il senso nascosto delle cose e in particolare di quel dono che ci ha fatto la Vergine Maria. Dio onnipotente nutre un affetto speciale per gli umili. Proprio a motivo della loro umiltà, i pastori furono scelti per essere i primi a conoscere un evento unico: la natività del Signore, una notizia che cambiava le sorti dell’umanità, ma di cui nessun principe di questo mondo era a conoscenza. A persone tanto semplici apparve l’angelo, aprendo loro le menti, insegnando loro a non sentirsi smarriti o schiavi per essere gli ultimi nel mondo. Essi erano solo un gruppo di poveri uomini, segnata da una vita di sacrifici, esposti al freddo e all’oscurità della notte, che sorvegliavano le loro greggi dai pericoli delle belve e dei briganti. Persone che quando si curano solo di cose terrene, smettono di interessarsi davvero di qualsiasi cosa. E vanno avanti in modo meccanico, senza cuore, senza riflettere.
La festa del Natale ci invita, dunque, all’umiltà, alla semplicità e soprattutto alla gratitudine. La nascita di Gesù è motivo di grande gioia come ci ricorda l’Angelo: “oggi è nato il Salvatore. Custodiamo con cura questo pensiero, mentre celebriamo nelle nostre case questo tempo di Natale. È tempo di gioia: uniamoci al coro degli angeli, tralasciamo tutto ciò che stona con la tristezza e l’egoismo e cantiamo insieme: Gloria a Dio nell’alto dei cieli